La fotografia come storytelling: i segreti del wedding reporter

Oggigiorno, sentiamo il bisogno di immortalare ogni momento che viviamo. Vogliamo “cogliere l’attimo”, nel senso più letterale possibile. Visto che la fotografia ha assunto un ruolo così importante nella nostra quotidianità, è facile capire come questo sia un elemento fondamentale per rendere eterno il giorno del matrimonio: non esiste evento senza foto che lo testimonino!

Ecco perché l’individuazione dello studio fotografico è una delle prime e più importanti scelte da fare per voi futuri sposi. L’offerta è vasta, ogni professionista ha il suo stile identificativo, voi dovete trovare quello che più vi rappresenta. Di questo mestiere, così passionale e complesso, ci racconta David Bastianoni, pluripremiato fotografo-wedding reporter i cui lavori sono stati pubblicati da riviste internazionali.

David, perché hai deciso di immortalare matrimoni e come sei diventato uno dei professionisti più famosi del settore?
Ho trovato nella fotografia il modo di poter unire molti miei interessi: la voglia di conoscersi e conoscere, il bisogno di scoprire luoghi e tradizioni. Infatti, fotografare è la mia più grande passione.

Non credo di essere famoso nel settore, magari lo sono alcuni miei clienti. Io ho sempre cercato di migliorare la mia visione fotografica del matrimonio per poter essere sempre più apprezzato.

Come si distingue il lavoro di un fotografo professionista da quello di un amatore?
Non mi piace generalizzare. Io non sono un difensore del professionista in senso assoluto, ma della fotografia sì. Un professionista sa perfettamente come svolgere il proprio lavoro, mentre un amatore – come dice la parola stessa – ha solo la passione e l’amore. Purtroppo, al giorno d’oggi, non basta solo ciò per portare a casa un lavoro eccellente.

Sei uno “storyteller” e il tuo stile ha un’impronta subito riconoscibile: le tue foto sembrano quadri, tanto sono perfette! Cosa cerchi quando scatti?
Non so se definirmi uno storyteller, cerco di far percepire il racconto di quello che vorrei fosse ricordato. La parola “stile” non mi è mai stata simpatica: non so se oggi ho uno stile, cerco di fotografare quello che mi piace e di conoscere il soggetto per valorizzarne il contenuto, non importa che si tratti di un ritratto o di una stationary.
L’idea dei quadri, invece, è nata da un’adorazione per il rinascimento fiorentino, ma sto cercando nuove vie, vedrete i prossimi passi…

Come fai a convincere gli sposi che pensano sia una perdita di tempo posare per le foto di coppia o gli invitati che trovano noiose le foto di gruppo?
La fotografia è un atto che si realizza in due: fotografo e soggetto. Credo che per divertire o essere credibili, io per primo devo essere credibile e mi devo divertire mentre sto lavorando. Non ci sono trucchi, solo e semplicemente il voler fare un ottimo lavoro in quel momento.

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